Spesso lo spazio in casa sembra non bastare mai, e per ottimizzarlo si tende a creare nuove stanze o modificare quelle esistenti. Ad esempio, per ottenere una cameretta in più per i figli o per allargare un ambiente, si costruisce un tramezzo per dividere un locale più grande in due o si sposta un muro interno. Tuttavia, questi interventi, se eseguiti senza la necessaria autorizzazione, come la CILA (Comunicazione di Inizio Lavori Asseverata), costituiscono un abuso edilizio. La CILA è indispensabile per le opere di manutenzione straordinaria “leggera” come la modifica dei tramezzi interni. Qualora siano coinvolte modifiche strutturali, è invece richiesta la SCIA (Segnalazione Certificata di Inizio Attività).

Il problema nasce quando ci si trova a dover sanare un tramezzo costruito o modificato senza autorizzazione. È qui che entra in gioco il Decreto Salva Casa, entrato in vigore a fine maggio 2024, che offre un’importante opportunità per regolarizzare la situazione senza rischiare contestazioni o sanzioni da parte del Comune. La non conformità urbanistica può rappresentare un ostacolo per la vendita dell’immobile, poiché gli acquirenti verificano sempre la corrispondenza tra la planimetria catastale e la situazione reale. In caso di difformità, possono richiedere la regolarizzazione, con costi spesso a carico del venditore.

Cosa prevede il Decreto Salva Casa

Il Decreto Salva Casa consente di sanare tutti i piccoli abusi edilizi realizzati fino al 24 maggio 2024, purché non riguardino la struttura portante dell’edificio. Tra gli interventi sanabili rientrano i tramezzi costruiti all’interno delle abitazioni, sia che siano realizzati in materiali leggeri come il cartongesso, sia in mattoni forati. Questo decreto riguarda non solo i tramezzi, ma anche altre irregolarità come l’apertura di porte interne o la modifica di altezze e cubature che non abbiano comportato un incremento di superficie utile.

Come sanare un tramezzo abusivo

Per sanare un tramezzo realizzato senza autorizzazione, è necessario presentare una domanda allo Sportello Unico per l’Edilizia (SUE) del Comune. La domanda deve essere corredata da un elaborato redatto da un professionista abilitato, come un ingegnere, architetto o geometra, che attesti la conformità delle opere rispetto alla normativa urbanistica ed edilizia vigente al momento della realizzazione dell’intervento.

Un’importante novità del Decreto Salva Casa è l’eliminazione del requisito della doppia conformità. Questo significa che non è più necessario che il tramezzo sia conforme alle norme edilizie vigenti al momento della presentazione della domanda, ma solo a quelle in vigore all’epoca della sua realizzazione. Questa modifica rende la sanatoria accessibile a un maggior numero di cittadini, superando le difficoltà incontrate con la precedente normativa.

Cosa fare se il tramezzo è stato abbattuto

Una situazione analoga si presenta quando un tramezzo preesistente è stato demolito senza la necessaria autorizzazione, creando una discrepanza tra i dati progettuali depositati in Comune e la realtà attuale dell’immobile. Anche in questo caso si tratta di un abuso edilizio, che però può essere sanato con facilità grazie al Decreto Salva Casa.

La procedura è simile a quella prevista per i tramezzi costruiti abusivamente: è sufficiente presentare una comunicazione asseverata da un professionista, che descriva la situazione attuale e garantisca che il tramezzo demolito non fosse un muro portante. Questo documento certifica che la stabilità dell’edificio non è stata compromessa, rendendo così possibile la sanatoria.

In conclusione

Il Decreto Salva Casa rappresenta un’opportunità importante per regolarizzare situazioni di irregolarità edilizia legate a tramezzi e piccoli abusi. La procedura semplificata e l’assenza del vincolo della doppia conformità rendono questa sanatoria accessibile e conveniente, contribuendo a risolvere problemi che potrebbero altrimenti ostacolare la vendita o la gestione dell’immobile. Rivolgersi a un professionista abilitato è il primo passo per mettere in regola la propria abitazione, evitando così future contestazioni e sanzioni.